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problema alla scelta dell'ospite. Pierre guardò la simmetria, spostando verso di sé una sedia, e subito Berg e Vera diedero corso alla serata, intrattenendo l'ospite e interrompendosi l'un l'altro.   
   Vera, essendosi messa in testa che bisognava intrattenere Pierre con un discorso sull'ambasciata francese, aveva subito scelto quell'argomento. Berg, invece, avendo deciso che era opportuno anche un discorso da uomini, interruppe la moglie per affrontare la questione della guerra con l'Austria e, involontariamente, dall'argomento generale cadde in considerazioni personali in merito alle proposte che gli erano state fatte per prender parte alla campagna d'Austria e alle ragioni per le quali egli non le aveva accettate. Sebbene la conversazione risultasse molto sconclusionata e Vera fosse risentita perché vi si era immischiato l'elemento maschile, entrambi i coniugi si compiacevano di constatare che, sebbene al momento ci fosse soltanto uno degli invitati, la serata era cominciata molto bene e che questa loro serata assomigliava come due gocce d'acqua a ogni altra serata: con le sue conversazioni, il tè e le candele accese.   
   Poco dopo giunse Boris, vecchio compagno d'arme di Berg. Egli trattava Berg e Vera con una certa sfumatura di superiorità e di protezione. Poi arrivò una signora accompagnata da un colonnello, poi il generale in persona, poi i Rostov, e la serata era ormai in tutto simile a ogni altra serata del genere. Berg e Vera non sapevano trattenere un sorriso di soddisfazione alla vista di quel movimento che regnava nel loro salotto e ascoltando quel chiacchiericcio incoerente, quel fruscio degli abiti e delle riverenze. Tutto era come in tutte le altre case e particolarmente a posto era il generale, che elogiò l'appartamento, diede una pacca cordiale sulla spalla di Berg e con paterna autorità dispose la sistemazione del

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