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davano conforto, ma le sembravano l'adempimento artificioso di un dovere. Non sapeva scrivere, perché non riusciva a concepire la possibilità di esprimere con sincerità, in una lettera, anche solo una minima parte di quanto lei era abituata a esprimere a voce, col suo sorriso e col suo sguardo. Scriveva a Andrej delle lettere uniformi, aride, compassate, alle quali lei per prima non attribuiva alcun significato: la contessa sulle minute le correggeva gli errori di ortografia.   
   La salute della contessa non migliorava, ma non era più possibile rinviare ancora il viaggio a Mosca. Bisognava fare il corredo, bisognava vendere la casa, e inoltre il principe Andrej era atteso dapprima a Mosca, dove quell'inverno viveva il principe Nikolaj Andreiè, e dove Nataša era convinta che fosse già arrivato.   
   La contessa rimase in campagna e il conte, prendendo con sé Sonja e Nataša, alla fine di gennaio partì per Mosca.   
   

   PARTE QUINTA Capitolo I   

   
   Dopo il fidanzamento del principe Andrej e di Nataša, Pierre aveva sentito di colpo, senza alcun apparente motivo, che gli era impossibile continuare la vita di prima. Per quanto fosse fermamente convinto delle verità rivelategli dal suo benefattore, per quanta gioia gli avesse dato quel primo periodo pieno di entusiasmo per l'interiore lavorio di autoperfezionamento nel quale si era impegnato con tanto ardore, dopo il fidanzamento di Andrej e di Nataša e dopo la morte di Iosif Alekseeviè, del quale gli era giunta notizia quasi nello stesso tempo, a un tratto tutto il fascino della vita di prima per lui si era dileguato. Erano rimaste soltanto le fondamenta della vita: la sua casa e una moglie

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